La formazione professionale per coloro che intendono diventare professionisti nel settore dei beni culturali è molto specifica e richiede un impegno di diversi anni tra università e specializzazioni post-laurea.
Il Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. Lgs. n.42/2004) contiene alcuni articoli che disciplinano le professioni dei beni culturali, risultato di una lunga riflessione portata avanti a livello europeo, confluita in particolare nell’art. 9bis – Professionisti competenti ad eseguire interventi sui beni culturali – frutto di una modifica al Codice introdotta dalla Legge n.110 del 2014.
Il testo dell’articolo recita così: In conformità a quanto disposto dagli articoli 4 e 7 e fatte salve le competenze degli operatori delle professioni già regolamentate, gli interventi operativi di tutela, protezione e conservazione dei beni culturali nonché quelli relativi alla valorizzazione e alla fruizione dei beni stessi, di cui ai titoli I e II della parte seconda del presente codice, sono affidati alla responsabilità e all’attuazione, secondo le rispettive competenze, di archeologi, archivisti, bibliotecari, demoetnoantropologi, antropologi fisici, restauratori di beni culturali e collaboratori restauratori di beni culturali, esperti di diagnostica e di scienze e tecnologia applicate ai beni culturali e storici dell’arte, in possesso di adeguata formazione ed esperienza professionale.
L’articolo 9bis fa riferimento agli operatori delle professioni già regolamentate, ovvero i restauratori di beni culturali e i collaboratori restauratori di beni culturali, oggi definiti tecnici del restauro di beni culturali.
Queste categorie sono soggette ad una disciplina più rigida: si intende infatti per professione regolamentata un insieme di attività il cui esercizio è consentito solo a seguito di iscrizione in Ordini, Collegi o Albi, registri ed elenchi tenuti da amministrazioni o enti pubblici.
Le altre professioni, ad oggi non regolamentate, che si esercitano in maniera esclusiva sul patrimonio culturale sono:
Queste figure, che non possono esaurire il vasto panorama delle professioni collegate al comparto dei beni culturali, rientrano nella categoria della formazione regolamentata che, secondo le prescrizioni vigenti, è specificamente orientata all’esercizio di una determinata professione e consiste in un ciclo di studi completato, eventualmente, da una formazione, un tirocinio o una pratica professionale, secondo modalità stabilite dalla legge.
Archiviazione digitale Beni Culturali: la Digital Library e il Piano Nazionale.
L’ordinamento vigente nel nostro paese prevede che alle professioni dei Beni Culturali si acceda esclusivamente a conclusione di specifici percorsi formativi; esaminiamoli in base ai diversi profili professionali, poiché sono le basi di partenza per lavorare nel settore.
Archeologo
Archivista
Antropologo e Demoetnoantropologo
Bibliotecario
Esperto di diagnostica e di scienze applicate ai beni culturali
Restauratore e tecnico del restauro
Storico dell’arte
Dottorato nei concorsi pubblici: come funziona e quanto influisce.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it